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Ponte di Nona

La storia dell'Accademia Baseball Roma: "Così abbiamo portato questo sport a Roma est"

Il campo si trova all'interno della Tenuta del Cavaliere, nella periferia Est della città

Metti un campo abbandonato, un ex giocatore di baseball della nazionale italiana e un gruppo di giovani studenti del versante est della Capitale e la favola è servita. E' così che nasce Accademia Baseball Roma. Impegno, sacrificio e passione, sono senza dubbio queste le parole chiavi intorno cui ruota il progetto nato tre anni fa sotto la sapiente guida del coach Ivan Licciardi: “Ho iniziato a giocare a 8 anni e ho giocato fino a 45, sono stato nella nazionale italiana per circa 25 anni, oggi sono coach e insegnante di educazione fisica nelle scuole dei quartieri situati a ridosso di via Prenestina”. 

Il campo abbandonato diventa l’orgoglio dell’Accademia Baseball Roma

Ed è stato proprio in queste scuole che è nata l’idea di portare i ragazzi su un campo vero, ma quale? “Il campo dell’Acquacetosa è troppo lontano per chi vive qui, sarebbe stato un impegno enorme per i ragazzi e così mi è venuto in mente il campo della Tenuta del Cavaliere – ha spiegato Licciardi – abbiamo iniziato a lavorarci, a fare manutenzione, pulizia, recinzione e dopo anni di lavoro e sacrifici abbiamo un campo di baseball che, sì va migliorato, ma ci consente di giocare anche in casa oltre che allenarci”. 

Tra successi passati e obiettivi futuri

Per tre volte a settimana i ragazzi di età compresa tra i 7 e i 16 anni che frequentano le scuole di quartieri come Villaggio Prenestino, Nuova Ponte di Nona e altri, si allenano sul campo alla Tenuta del Cavaliere. “L’obiettivo – ha aggiunto Licciardi – è, come avvenuto anche in passato, formare ragazzi da inserire nelle squadre della Capitale e creare una nostra squadra under 15”. Ad oggi i ragazzi che frequentano l’Accademia sono 47. 

Il terzo tempo: dallo sport all’aggregazione 

“Per noi è stata una grande opportunità – ha spiegato Maria, la mamma di uno dei giocatori della squadra di baseball – nel nostro territorio mancano centri di aggregazione sani e questo lo è”. Un riferimento anche alla location: “Un posto molto bello che ci consente di trascorrere molto tempo all’aperto e di organizzare il famoso “terzo tempo”: un momento di ristoro anche con i genitori delle squadre avversarie perché i nostri figli sono rivali solo sul terreno da gioco”. Ma per realizzare gran parte di quello che oggi c’è nel campo della Tenuta del Cavaliere i genitori si sono autotassati: “Sarebbe opportuno avere uno sponsor, qualcuno che sposi la nostra causa e ci tenda una mano per la manutenzione dell’area, per i completini”, hanno concluso i genitori. 

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