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Ponte di Nona Ponte di Nona / Piazza Lorenzo Nottolini

Non siamo romani di serie B: Ponte di Nona scende in piazza contro il pedaggio sull'A24

I dieci centesimi di aumento hanno fatto traboccare il vaso. Con i cittadini di Ponte di Nona domenica in piazza tutti i principali comitati di Roma est. Obiettivo l'eliminazione dell'obolo per percorrere le strade della propria città

La goccia che fa traboccare il vaso e che ha smosso un'intera periferia. Sarà una domenica di proteste di piazza per Ponte di Nona. Obiettivo dei residenti gridare il proprio no al pedaggio all'interno della loro città. Una protesta nata dopo l'aumento di 10 centesimi scattato con il nuovo anno. Con l'8.3% è il più alto d'Italia. In sette anni l'aumento è stato del 60%, passando da 80 centesimi a 1.30. Una misura colma che ha portato i residenti a denunciare l'ingiustizia. Un'indignazione che ha portato finalmente anche la politica ad accorgersi che qualcosa non va. 

Il commissario del Pd, nonché presidente del Pd nazionale, Matteo Orfini, ha parlato di ingiustizia che va sanata. Migliore, che del Pd del VI municipio è commissario, ha annunciato che porterà il caso in Parlamento. In tanti hanno dichiarato e hanno speso parole. I cittadini, per sfruttare i fari accesi sulla questione, hanno deciso che il momento è quello giusto. Così in piazza Nottolini, domenica 10 gennaio, scenderanno in piazza. Motore dell'iniziativa il comitato Nuova Ponte di Nona. A loro fianco i residenti troveranno vari comitati dell'area: Colle degli Abeti, Villaggio Prenestino, Castelverde, Nuova Urbe di Lunghezzina, Corcolle, Colle del Sole, Colle Monfortani, Case Rosse, Nuova Tor Bella Monaca, Settecamini, Carovana delle periferie, Usb. Tutti uniti per dire no al pedaggio. 

L'assurdità è infatti proprio questa: parlare di Ponte di Nona come se fosse un comune a sè. In questi giorni si è scritto "No al pedaggio per entrare a Roma". In realtà Ponte di Nona è Roma e quindi di fatto il pedaggio è un obolo per circolare all'interno della propria città. Un obolo a cui i pontenonini sono costretti vista la mancanza di alternative per muoversi verso il centro.

Ed anche per l'abnormità di quest'ingiustizia Bruno Foresti presidente del comitato Nuova Ponte di Nona era arrivato a dire attraverso il nostro giornale: "Ci stacchiamo da Roma". L'obiettivo è non essere romani di serie B. Già perché al di là degli aumenti, che in un anno possono arrivare anche 80 euro a famiglia, quel che si vuole mettere in evidenza è l'ingiustizia che vivono questi romani. 

Cinque sono i punti contestati dagli abitanti. Dal casello di Ponte di Nona si puo' andare solo verso Roma. Ciononostante Strade dei Parchi applica aumenti come un'autostrada di montagna, quindi a costi di gestione più alti. Inoltre chi entra a Ponte di Nona non paga a chilometri. Che esca al raccordo o al Verano, pagherà sempre e comunque 1 euro e 30. Il nuovo quartiere poi viene trattato diversamente dal resto dei quartieri lungo l'A24. Fino al raccordo infatti il tronchetto non si paga in virtù di un vecchio accordo tra il Comune e la società che gestisce la strada. Tale accordo è stato stipulato prima della nascita di Ponte di Nona ed oggi andrebbe rivisto. Uno smacco ancora più grande se si pensa che le complanari sono state costruite grazie a contributi pubblici. "Quindi anche con tasse pagate da noi cittadini di Nuova Ponte di Nona", attacca il comitato.  

"Dopo tanti anni di vessazioni a causa del pedaggio autostradale la misura è colma", dichiara Foresti. "Un ulteriore aumento dell'8% che va a toccare il portafoglio delle famiglie di periferia è insostenibile", continua il presidente del comitato di quartiere Nuova Ponte di Nona. Una discriminazione, quindi, a cui il quartiere reagisce: "Ora è giunto il momento di protestare contro questo assurdo aumento e questo ingiusto pedaggio, che ci discrimina rispetto ad altri cittadini romani". E invitando tutti a partecipare, anche i residenti dei quartieri limitrofi, Foresti, conclude: "E' un'occasione unica". 
 

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