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Ponte di Nona, dove anche andare a scuola è un calvario

Tra ritardi dei treni ed episodi di violenza, per molti adolescenti raggiungere gli istituti diventa un'impresa. Parla la madre di un 17enne: “Chiediamo più sicurezza anche sui treni perchè è lì che avvengono i casi più spiacevoli”

Il diritto allo studio dovrebbe riguardare anche la possibilità di riuscire ad arrivare tutte le mattine a scuola senza difficoltà”. Serena, mamma di un ragazzo di 17 anni affida il suo sfogo a Roma Today, esasperata dopo l'ennesimo episodio che ha impedito al figlio di arrivare a scuola per colpa di mezzi pubblici carenti o dell'assenza di sicurezza sui treni

I disagi che la donna ci racconta riguardano il quartiere Ponte di Nona, dove abita insieme alla sua famiglia da anni. “Non è possibile che ogni mattina, quando mando a scuola mio figlio debba stare in pensiero pensando se mai arriverà e se arriverà sano”. Il problema che ci viene esposto nei dettagli da Serena riguarda sia la carenza di autobus (che dal quartiere accompagnano il figlio sino alla stazione di Lunghezza) che i disagi legati alla sicurezza dentro i vagoni

“Sono successi due episodi a distanza di venti giorni l'uno dall'altra – ci racconta ancora la mamma arrabbiata – la prima volta, per colpa di una rissa tra ragazzi dentro al treno, mio figlio non è riuscito a scendere alla sua stazione perchè non sono state effettuate fermate prima dell'arrivo della polizia”. Il secondo, invece, si riferisce a poco più di una settimana fa quando un ragazzo di 15 anni, sempre sulla tratta regionale che collega Lunghezza a Roma Tiburtina, è stato malmenato e minacciato con un coltello

La paura di Serena è comune a tante madri che abitando nella periferia est di Roma, costrette a mandare i figli che frequentano gli Istituti superiori a scuola con questi mezzi pubblici. Temono che, prima o poi, anche i loro ragazzi finiscano vittime di episodi di violenza simili a quelli già successi. “Siamo stati felici di vedere che davanti alla stazione di Lunghezza ci fossero rappresentanti dell'esercito ma chiediamo più sicurezza anche sui treni perchè è lì che avvengono i casi più spiacevoli. Invece non passano neanche i controllori e non dimentichiamoci che questa linea raccoglie gente di ogni tipo e serve anche i vicini campi rom”. 

Serena, infine, ci racconta che suo figlio Alessio, troppe volte, è stato costretto a tornare a casa senza mai riuscire a raggiungere la scuola, per ritardi di treni e autobus che gli hanno impedito di arrivare anche entro la seconda ora. “E' capitato anche che il treno avesse ritardi non annunciati di 85 minuti e così mio figlio ha perso le lezioni contro la sua volontà. Finora si è assentato più per i disagi dei mezzi pubblici che per problemi suoi. Questo non è più tollerabile in un quartiere popolato da migliaia di persone che meritano i servizi adeguati, quanto meno per non togliere ai giovani il diritto allo studio”.
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