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Torri: eletto il nuovo capogruppo cinque stelle ma l’ex non si è mai dimesso

Con cinque voti è stato eletto Fabrizio Tassi, già presidente della commissione ambiente e mobilità

Un voto on line ha deciso che il nuovo capogruppo del Movimento Cinque Stelle alle Torri è Fabrizio Tassi. La votazione avvenuta nei giorni scorsi all’interno del gruppo di maggioranza, non ha tenuto conto però che l’ormai ex capogruppo grillino, Giancarlo Colella non ha mai presentato richiesta di dimissioni (Colella è anche presidente della commissione patrimonio di viale Cambellotti). Fabrizio Tassi è il terzo capogruppo del Movimento Cinque Stelle: prima di lui Giancarlo Colella e prima ancora Laura Arnetoli

Quattro pretendenti per la poltrona di capogruppo

A contendersi la poltrona da capogruppo al municipio sesto si sono presentati in quattro: Fabrizio Tassi (già presidente della commissione ambiente e mobilità), Silvia Foriglio (già presidente della commissione scuola e cultura) e i due consiglieri Celestina D’Ariano e Alessandro Stabellini. Su 16 consiglieri del gruppo di maggioranza solo 10 hanno espresso la propria preferenza e così Tassi è stato il più votato con 5 voti, Foriglio 3, D’Ariano 1 e Stabellini 0: tutti gli altri si sono astenuti. Come mai? “Perché non avevano preferenze – ha spiegato al nostro giornale il neo capogruppo – Hanno lasciato che vincesse la maggioranza”. Ma la maggioranza alle Torri ormai non è più compatta da tempo e la si può considerare divisa in due frange, da un lato ambiente, mobilità, lavori pubblici e dall’altro patrimonio, servizi sociali, commercio. 

Al nuovo eletto il compito di ricompattare il gruppo 

Al nuovo capogruppo, infatti, spetta proprio l’ingrato compito di tenere uniti i consiglieri, di ripristinare il dialogo tra il gruppo politico e la giunta e di relazionarsi con gli attivisti che tornano ad essere prioritari con la speranza che i panni sporchi si lavino di nuovo in famiglia. Tra gli impegni prioritari del nuovo capogruppo, la battaglia per la riconversione di Rocca Cencia (votata anche in consiglio capitolino) e la sinergia con altri capigruppo. Ovviamente, al netto di scaramucce tra correnti interne al gruppo di maggioranza, la nuova elezione è da ascriversi al famoso principio di rotazione che regola alcune elezioni nel movimento cinque stelle.

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