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Tor Bella Monaca

Le occupano casa per due volte, Palmira si incatena in Campidoglio: "Voglio risposte o da qui non mi muovo"

La signora Palmira sotto la Lupa capitolina per chiedere risposte: "Oggi voglio capire chi puo' prendere visione della situazione. E' assurdo che dopo due anni io debba stare ancora così"

Palmira non si arrende e si incatena in Campidoglio. A due anni dall'inizio della sua incredibile disavventura, la donna, che si è vista occupare due volte la casa popolare regolarmente assegnatale dall'Ater, ha deciso di protestare in Campidoglio. Chiede attenzione Palmira. Vuole sbloccare la sua situazione. Da due anni ormai vive fuori Roma, in un appartamento in affitto, in condizioni che sono giorno dopo giorno più difficili. (LEGGI LA SUA STORIA). 

"Oggi voglio capire", ci spiega sotto la Lupa in Campidoglio, "chi puo prendere visione della situazione. E' assurdo che dopo due anni io debba stare ancora così". Il caso, che ha avuto un'enorme eco mediatico, ha attirato l'attenzione di tanti che a parole le sono stati vicini. "Nei fatti però", ci racconta, "gli unici a fare qualcosa davver sono stati quelli del Movimento Cinque Stelle. Le istituzioni tacciono".

A peggiorare la situazione un incidente d'auto che ha costretto Palmira ferma a letto per cinque mesi. "Devo parlare con qualcuno", continua determianta e con tutta l'intenzione di non 'schiodare' dal Campidoglio. "Io devo dare una sicurezza a mio figlio che è minore. Io continuo a lavorare ma adesso vivo in affitto fuori Roma. Devo capire se almeno le istituzioni hanno preso coscienza della situazione. Neve, pioggia non mi interessa. A oltranza. Non mi sono portata neanche da mangiare. Non ci faccio piu' niente con le cose aleatorie. Voglio risposte".

LA STORIA – La storia di Palmira inizia nel 2013. Viveva in Via Santa Rita da Cascia, nel quartiere Tor Bella Monaca, in una casa popolare regolarmente assegnatale dal Comune.Palmira è ammalata di poliomelite e si muove in carrozzella o con l'ausilio di stampelle. Per due volte occupanti abusivi hanno preso possesso della sua casa. Dopo una prima vittoria legale, Palmira è ancora vittima di ingiustizia, vive ospite di un'amica.

LA PRIMA OCCUPAZIONE - La mattina del 25 marzo 2013, però, di ritorno a casa ha scoperto che sul citofono della sua abitazione era apposto un altro cognome. Dopo pochi minuti si è accorta che il suo appartamento era stato violato e una famiglia aveva preso possesso dei locali in maniera abusiva, cambiando anche la serratura. Da quel momento per la signora Palmira inizia l’incubo, un incubo che ad oggi non ha ancora una soluzione.

LO SGOMBERO - Decide di denunciare gli occupanti abusivi alle autorità competenti del Municipio e affronta ingenti spese legali. Nell’ottobre dello stesso anno, il Tribunale condanna gli abusivi e ne chiede lo sgombero immediato. Alle resistenze degli occupanti e per riprendere il più velocemente possibile di nuovo possesso della sua casa, della sua vita e delle sue cose, la signora Palmira si offre di pagare le spese processuali e legali con una cifra pari a 4.760,00 euro circa. Finalmente può tornare a casa e vivere la sua tranquillità di donna ammalata di poliomelite con suo figlio.

LA SECONDA OCCUPAZIONE - Passano pochi mesi e l’incubo ritorna: altri occupanti abusivi la privano della sua casa. Palmira ritrova di nuovo violata la sua casa in Via Santa Rita da Cascia. Altri abusivi hanno preso possesso delle sue cose, della sua vita.
 

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