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Tor Bella Monaca Tor Vergata / Via Alberto Fassini, 12

Tor Vergata e l'incubo sfratto: "Lasciateci le case, i mafiosi non siamo noi"

A supporto degli inquilini degli immobili confiscati si è schierato SGB (sindacato generale di base) che nel pomeriggio di giovedì 13 aprile coordinerà l'assemblea pubblica in Campidoglio

Le loro case sono state sequestrate dall’autorità antimafia nell’estate dello scorso anno e da allora vivono con il continuo timore di essere sgomberati. Sono gli inquilini degli appartamenti di via Fassini, nel quartiere Tor Vergata dove vivono da sempre, alcuni anche da mezzo secolo. Qui loro vogliono continuare a vivere perché “i mafiosi non siamo noi” e così per il pomeriggio di giovedì 13 aprile hanno organizzato un’assemblea nella sala del Campidoglio per chiedere alle forze politiche di acquisire i beni sequestrati così che queste diventino “case del Comune”.

LA STORIA  - L’incubo è iniziato alla fine di luglio dello scorso anno quando alle 24 famiglie che vivono nelle due palazzine ai civici 12 e 14 di via Alberto Fassini a Tor Vergata, è stata recapitata una notifica di sgombero che sarebbe avvenuto da lì a breve, il 19 agosto per esattezza. Alla base della richiesta c’era l’acquisizione degli immobili da parte dell’autorità antimafia in quanto il proprietario degli stabili era stato condannato per diversi reati, tra cui l’evasione fiscale. Gli inquilini hanno percorso un vero e proprio calvario, tra uffici municipali e comunali che li ha portati anche ad una protesta pacifica sulle scale del Campidoglio lo scorso anno, già perché nel frattempo avevano stipulato un contratto di locazione con l’ente statale della durata di quattro anni e con scadenza a dicembre 2017. Quella mattina lo sgombero non c’è stato ma la loro situazione è ad oggi molto precaria perché nessuno sa se potranno restare ancora negli appartamenti che abitano.

TESTIMONIANZA –  A raccontare l’angoscia di questi mesi è una residente: “Ci aspettiamo lo sgombero da un momento all’altro, ogni mattina viviamo con il timore che qualcuno possa bussare alla porta per sbatterci fuori casa – ha incalzato – qui vivono minori, disabili, anziani, donne sole con bambini, come facciamo?”. E le domande sono tornate ad essere le stesse di un anno fa, quando i residenti di via Fassini chiedevano tempo e certezze che non hanno neppure oggi. Oggi però hanno una richiesta precisa, quella che il Comune possa prendere in carico gli immobili così da potere poi avere la possibilità di restare nelle stesse case.

SINDACATO GENERALE DI BASE - A supporto degli inquilini è sceso in campo il SGB (Sindacato generale di base): “I malcapitati inquilini si sono visti recapitare una ordinanza di sgombero dalla Guardia di Finanza come se i mafiosi fossero loro e gli venissero accollate le colpe del proprietario. Ciò è in contraddizione con lo spirito della legge che dispone come i beni sequestrati alle mafie debbano essere destinati a finalità sociali e non certo ad abbattersi contro i cittadini, aggravando una precarietà abitativa che è già acutissima”, si legge in una nota diffusa dal sindacato. Infine: "E’ ora di concludere questa vicenda, dando una risposta definitiva e positiva alle richieste che vengono dagli abitanti di Via Fassini". L’appuntamento è dunque fissato per la giornata di giovedì 13 aprile alle ore 16.00 nella sala del Carroccio in Campidoglio.

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