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Castelverde Ponte di Nona / Via delle Cerquete

Una "certosa inclusiva" nel piano di zona Castelverde B4 per superare le diversità

Il progetto è stato presentato nella mattina di venerdì presso l'aula consiliare del Municipio VI

Prendi due casali abbandonati in un lembo di terra di periferia, un’associazione di promozione sociale, un progetto unico in Europa e il gioco è fatto: a Castelverde B4 arriva la “Certosa inclusiva”, un luogo dove le differenze diventano normalità. Il progetto, per ora ancora su carta, dovrebbe essere realizzato, almeno parzialmente entro dicembre “Per festeggiare tutti insieme il capodanno” ha spiegato Antonio Gaetano Palladino, presidente di APS Fondazioni e Associazioni Onlus. 

L'idea è nata da una tesi di laurea e darà lavoro a 800 persone

L’idea, nata da una tesi di laurea, è stata poi elaborata, studiata, ampliata e modificata fino a diventare un vero e proprio progetto. “Abbiamo incluso, all’idea iniziale anche il “dopo di noi” e la genitorialità. Che cos’è la Certosa Inclusiva? “Il progetto ha due caratteristiche importanti – ha sottolineato Palladino – che lo rendono unico non solo in Italia ma anche a livello europeo: in un’area così vasta si possono mettere insieme 30 laboratori multidisciplinari (tra cui sport, ippoterapia, musicoterapia e un luogo deputato per l’autismo)”. E per sopperire alla mancanza di scuole nella zona compresa tra Castelverde B4 e Colle degli Abieti, anche un progetto di genitorialità oltre che il “dopo di noi”.  
Come sarà la Certosa? Avrà strutture ecocompatibili, con largo utilizzo del legno e punterà su una mobilità elettrica e una sostenibilità energetica. Nel progetto saranno impiegate 800 persone e le assunzioni saranno così distribuite: “Di 750 il l 15% sarà per le categorie deboli, il 25% dedicato al reinserimento nella società e il 70% per giovani al primo impiego. I posti rimanenti – ha continuano Palladino – vedranno 30 persone impiegate in operatività poi ci saranno ricercatori e laureati che hanno discusso tesi per il superamento delle diversità”. Fanno parte del progetto (per citarne alcuni) anche l’Università Tor Vergata, il comitato Paraolimpico, Associazione Palatucci, Associazione nazionale polizia e carabinieri. Il progetto è finanziato da soggetti pubblici e privati. 

Municipio VI: "Avremo un polo di integrazione senza barriere architettoniche"

Il progetto, sposato dal Municipio VI ha riscosso molto entusiasmo fin dalla presentazione della richiesta che inizialmente le fondazioni avevano avanzato per il quartiere di San Vittorino: “Quando ci hanno presentato il progetto, quasi un anno fa, abbiamo che fosse più opportuno riqualificare la zona di Castelverde B4 e considerata anche la presenza dei casali ci è sembrato un luogo più adatto – ha commentato entusiasta Valentina Fabbri Zuccarelli, presidente della commissione politiche sociali – avremo nel nostro municipio un polo di integrazione senza nessun tipo di barriere architettoniche”. 

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