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Castelverde Ponte di Nona / Via Madre Teresa Napoli

Piano di zona Castelverde B4, incombono sgomberi e aste: l'ansia dei cittadini

E' previsto per il 13 settembre un nuovo accesso dell'ufficiale giudiziario, intanto per il 25 ottobre è fissata la seconda battuta d'asta delle case di via Madre Teresa Napoli

Due nuove date pesano come una spada di Damocle sulla testa dei promissari acquirenti delle case del piano di zona Castelverde B4 nel Municipio Roma VI delle Torri. Si tratta infatti dell'imminente 13 settembre, data in cui è previsto l'accesso dell'ufficiale giudiziaro con annessa forza di polizia e del 25 ottobre quando si svolgerà la seconda battuta all'asta delle case. I residenti: "Basterebbe la revoca della convenzione a porre fine all'Odissea".

E' da tanto, troppo tempo che i promissari acquirenti del piano di zona di Castelverde B4, esattamente le 27 famiglie di via Madre Teresa Napoli, vivono con il fiato sospeso perché non è la prima volta che gli viene intimato lo sgombero. L'ultimo, in ordine di tempo, è lo sgombero scongiurato del 22 giugno quando i promissari acquirenti hanno organizzato un picchetto in attessa dell'accesso dell'ufficiale giudiziario che aveva annunciato la presenza di 150 poliziotti. E così la prossima data da fissare in calendario è quella del 13 settembre. Altra minaccia di sgombero, altra ansia per i residenti che attendono ancora una soluzione definitiva che ponga la parola "fine" alla loro vicenda. Intanto, la prima battuta d'asta delle loro case, il 12 luglio è andata deserta, ma il prossimo mese, il 25 ottobre è fissata la seconda.

"Stiamo lavorando di concerto con l'assessore Berdini - fanno sapere alcuni promissari acquirenti - e siamo in attesa della revoca della convenzione". Di quella convenzione stipulata tra il Comune di Roma e la società costruttrice poi fallita e che ha scaturito poi il pignoramento delle case da parte della banca. "Ci sono i presupposti per fare revocare la convenzione - continuano ancora gli inquilini - la revoca comporterebbe il rientro dei beni nelle mani del Comune e soprattutto blocherebbe il pignoramento".

E così i promissari acquirenti chiedono che non vengano spenti i riflettori sulla loro storia e che questa "ingiustizia venga sanata".

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