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Sabato, 20 Aprile 2024
Castelverde Ponte di Nona / Via Raffaello Liberti

Il paradosso di via Liberti: le case sono finite ma i proprietari non possono viverci

Le due palazzine sono state finite nel 2008 ma solo allora i proprietari hanno scoperto che erano state costruite su un terreno non espropriato sul quale mancano ancora fogne, acqua, luce e gas

Trentasei famiglie di un gruppo di palazzine del nuovo quartiere Colle degli Abeti alla periferia est di Roma, previsto dal Piano di Zona Castelverde B4, aspettano dal 2008 di poter prendere possesso delle loro case e di anno in anno non possono fare altro che dirsi “Dai, che il prossimo Natale lo passiamo nella nuova casa”.

Carmine D'Anzica è uno di loro e proprio a casa sua, in via Liberti, in quella casa nella quale non può ancora abitare perché la palazzina è finita ma mancano le fogne, il gas e tutte le altre opere di urbanizzazione primaria. D'Anzica abita poco lontano dalla casa che ha acquistato e già regolarmente pagato. Vive in affitto a Ponte di Nona, perché ha avuto da poco una bambina e vuole che la piccola cominci da subito a vivere in quello che sarà il suo quartiere. Perché Colle degli Abeti è un quartiere pensato, come tanti altri che sono sorti e stanno sorgendo con problematiche più o meno simili in altre periferie romane, proprio per le giovani coppie. Nella sua sfortuna, la famiglia D'Anzica può permettersi di avere una casa nell'attesa di poter prendere pienamente possesso di quella a Castelverde. Altre coppie non possono nemmeno pensare a farsi una famiglia perché sono dovuti tornare a stare con i genitori o vivono in situazione di difficili coabitazioni.

“È una situazione emotivamente difficile”, dice Carmine D'Anzica, che ha realizzato insieme alla moglie una video-denuncia di quelle che sono le loro condizioni, documentando di mese in mese lo stato di abbandono e degrado nel quale versa la loro casa. Due palazzine in cortina circondate dal nulla, senza strade, senza fogne, con ai lati cumuli di rifiuti lasciati da chi passa. Case fantasma nelle quali sta penetrando l'umidità e gli uccelli volano indisturbati.

Il tutto perché le case sono state costruite su un terreno non ancora espropriato e che a distanza di anni ancora non riesce a vedere una soluzione, perché mentre il contenzioso va avanti nessun altro costruttore può ottenere i permessi per realizzare le opere primarie che consentirebbero l'agibilità alle palazzine. I cittadini ignoravano la questione decennale dell'esproprio (l'approvazione del PdZ risale al 1987) e hanno scoperto cosa c'era sotto solo a palazzine finite e pagate.

Ma come è stato possibile per la cooperativa ottenere i permessi per realizzare due palazzine su terreni non espropriati, iniziare a costruire e chiedere i soldi ai proprietari man mano che i lavori procedevano? “La cooperativa ci ha mostrato i permessi, legalmente era tutto in regola – sostiene D'Anzica – Al IX Dipartimento del Comune hanno firmato i permessi di costruzione. Quindi la cooperativa non può darci la casa ma può chiederci i soldi".

Una delibera del Comune approva a giugno la compravendita dei terreni, il Campidoglio si impegna a pagare i proprietari del terreno al netto degli onori di legge e il 27 settembre viene fissato il rogito. Ma c'è una discrepanza tra quanto previsto dalla delibera e quanto poi trascritto sull'atto da firmare nel rogito perché i proprietari si tirano indietro e chiedono una rettifica: nel contratto è sparita la loro richiesta che la transazione fosse al netto degli oneri di legge. “È stato un errore? In ogni caso è un ennesimo ritardo che pesa sulle 36 famiglie di via Liberti”. L'atto è stato riscritto ed è dovuto tornare sul tavolo del Segretariato ma, a tre mesi dal rogito fallito, non si sa quale sia la situazione. E nel frattempo? “Si spendono soldi per fare gli alberi di Natale in giro per la città e mentre 36 famiglie vengono lasciate nel fango".

Domenica, infatti, D'Anzica e i suoi vicini colliabetini festeggeranno il Natale in un modo un po' speciale. Mentre ancora continua la querelle pro o contro l'albero di Natale futurista da 25mila euro apparso a piazza Venezia che il sindaco Alemanno, dopo averlo visto e aver dichiarato pubblicamente il proprio disappunto per il risultato finale, ha fatto dirottare all'Eur, gli abitanti di Colle degli Abeti “addobberanno” simbolicamente la palazzina di D'Anzica con degli striscioni che rappresenteranno i desideri, gli auspici e le speranze di chi vive nel paradosso di avere una casa ma non poterci abitare.

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