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Castelverde B4 e i cittadini senza servizi: "A breve ci sfratteranno. Dopo il danno la beffa"

"Abbiamo acqua di pozzo che non è potabile, un bombolone gpl che ci rifornisce il gas e la corrente del cantiere con tanto di preoccupazione che ce la stacchino da un momento all'altro. Ecco come viene trattato un povero cittadino che ha solo la colpa di aver voluto comprare casa"

E' entrato in casa nel 2008, ha speso, fino ad ora, novanta mila euro, all'incirca, non ha servizi. Eppure Claudio potrebbe essere sfrattato già nei prossimi giorni e come lui altre decine di famiglie. Succede a Castelverde B4, in via Madre Teresa Napoli.

La storia inizia nel 2003. "In quell'anno, sono iniziati i lavori di costruzione delle case attraverso una concessione edilizia ottenuta tra ministero, comune e regione, mediante un accordo di porgramma - spiega Caludio - i cui lavori sarebbero dovuti terminare nell'arco di 18 mesi. Così l'impresa, vincitrice del bando, otteneva i benefici e la cooperativa fornica i soci acquirenti". Poi, continua: "Nel 2007 sono stati pagati l'urbanizzazione, il terreno al Comune e gli stati di avanzamento dei lavori, sono stati pagati, dunque, circa 100 mila euro per famiglia, considerato che l'impresa ha incassato 3 milioni di euro".

Nello stesso anno, sono state consegnate anche le prime case, come spiega ancora Claudio: "Hanno iniziato a consegnare le case anche senza utenze". Sempre nel 2007, però, succede dell'altro: "Il titolare dell'impresa è morto e i familiari, eredi, hanno iniziato a chiedere altri soldi, più del doppio rispetto a quanto pattuito all'inzio". I promissari acquirenti, a questo punto della storia, hanno fatto richiesta di un mutuo agevolato ma "La banca a cui l'impresa si è rivolta erogava solo mutui ordinari".

Il promissario acquirente, spiega ancora: "Avendo speso dei soldi e non avendo più nessuna certezza abbiamo sospeso i pagamenti in attesa di una regolarizzazione mai avvenuta". I promissari acquirenti, ancora tali perché in attesa del rogito, si sono visti recapitare una richiesta di sgombero e attendono l'ufficiale giudiziario per il 16 settembre prossimo. Già perché: "Dopo un pignoramento da parte dell'avvocato dell'impresa, si è innescato il pignoramento della banca che con i promissari acquirenti non ha voluto avere contatti, il tribunale sta portando avanti un pignoramento con i soldi nostri" - chiarisce Claudio.

E proprio questa mattina, una delegazione in rappresentanza dei promissari acquirenti è stata ricevuta dalla segreteria dell'assessore all'urbanistica che "ha promesso un intervento". 

Intanto l'appello: "Abbiamo acqua di pozzo che non è potabile, un bombolone gpl che ci rifornisce il gas e la corrente del cantiere con tanto di preoccupazione che ce la stacchino da un momento all'altro. Un povero cittadino che ha solo la colpa di aver voluto comprare casa ecco come viene trattato. E' necessario un intervento immediato che fermi lo sgombero e metta le cose al loro posto", conclude Caludio. 

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