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Tor Bella Monaca Tor Bella Monaca / Via dell'Archeologia

Indagine ERP dei sindacati: l’altra Tor Bella Monaca

Conclusa la prima fase del progetto dei sindacati CGIL, SPI CGIL, SUNIA, AUSER sul quartiere dell'VIII: "Invivibile solo per chi non ci abita ma qualità del sociale negativa"

Si è conclusa la prima fase del progetto CGIL, SPI CGIL, SUNIA, AUSER sui quartieri di edilizia residenziale pubblica (ERP) di Roma che ha fornito un'immagine molto diversa di Tor Bella Monaca. Un’iniziativa presentata dai sindacati lo scorso fine ottobre con l’illustrazione dell’indagine svolta tra i cittadini attraverso la somministrazione, raccolta, elaborazione e restituzione dei dati di oltre mille questionari. “Prima fase che si è potuta concludere proficuamente grazie all'impegno di tutte le strutture presenti nelle sedi della CGIL Roma Sud e dello SPI, che hanno organizzato punti di raccolta nel quartiere e diffuso, raccolto i questionari, effettuando spesso delle vere interviste guidate. Data la rilevanza che in questa fase assume il tema dell'abitare sociale nei quartieri di edilizia residenziale pubblica, CGIL, SPI CGIL, SUNIA, AUSER portando avanti il progetto “Abitare i quartieri di edilizia residenziale pubblica: agire per trasformare” dà voce ai cittadini con la finalità di individuare i bisogni utili per la definizione di piattaforme territoriali di contrattazione, che implicano una più approfondita conoscenza delle dinamiche locali”.

QUARTIERE GIOVANE: Tor Bella Monaca - si legge nella presentazione dei risultati - è un insediamento residenziale pubblico (Piano di Zona n. 22), realizzato tra il 1981 e il 1983 secondo un modello di città intensiva con ampi spazi aperti e con servizi totalmente separati dalla residenza. Oggi Tor Bella Monaca ha 28.000 abitanti; più di metà degli edifici (4.004 alloggi) sono di proprietà del Comune di Roma, 1.495 proprietà dell'ATER, la quota rimanente è di proprietà privata o di cooperative. Circa il 75% abitano la propria casa in affitto, il 25% in proprietà, invertendo le medie nazionali. L'VIII Municipio, di cui fa parte Tor Bella Monaca si caratterizza per essere quello con la più giovane età media e il tasso di natività sempre in crescita, con la più alta percentuale di persone diversamente abili, con il più alto tasso di abbandono scolastico, con il più alto numero di etnie residenti.

L’ALTRA TOR BELLA MONACA: La restituzione dei dati dei questionari compilati dai cittadini del quartiere ha fornito un'immagine del quartiere differente da quella che tradizionalmente viene fornita dai media, un'altra Tor Bella Monacainvivibile – dalle loro stesse parole – solo per chi non ci abita”. Emerge con chiarezza la volontà delle persone di “fare il quartiere”, costruire reti di relazioni, qualificare “quel quartiere” che non vogliono abbandonare ma rendere più vivibile attraverso riqualificazione di aree verdi, un piano del colore che renda “meno grigia” la borgata, il completamento degli ultimi servizi che mancano e la messa in sicurezza degli edifici attraverso un piano energetico.

REDDITI E CANONI: I dati quantitativi sulle caratteristiche degli abitanti che hanno compilato i questionari (sesso, nazionalità, età, composizione familiare) rispecchiano sostanzialmente le medie nazionali, tranne gli anziani che hanno risposto in percentuale minore rispetto alla media nazionale: la somministrazione. Questo anche perché la rilevazione è stata effettuata non a campione, ma soprattutto perché il quartiere  si caratterizza per essere quello con la più giovane età media della città. La differenza non inficia comunque la qualità della risposta. Emerge chiaramente uno spaccato in cui i redditi sono bassi, per oltre il 50% inferiori a 1500 euro mensili, per l'80% inferiori a 2.000 euro mensili. Questo sia per condizioni lavorative oggettive, sia per numero di persone che guadagnano all'interno delle famiglie. Solitamente una o al massimo due, qualunque sia il numero dei componenti. Anche nelle famiglie composte da tre o più persone nel 50% dei casi è presente un solo percettore di reddito. Anche i canoni di affitto sono bassi, rispecchiando i livelli dell'edilizia residenziale pubblica, ma nei casi in cui questi si discostano da tali livelli si manifestano incidenze sui redditi insopportabili. E' indice della necessità del fondo sociale per l'affitto, oggi azzerato, che avrebbe dovuto appunto limitare le incidenze dei canoni del mercato libero per le fasce di reddito più basse.R5 VII-2

SOCIALE NEGATIVO: Sembra importante sottolineare quanto emerge dalle opinioni chieste sugli aspetti abitativi e del quartiere. Gli abitanti infatti, pur manifestando l'esigenza di un miglioramento su alcune condizioni, dichiarano di essere mediamente abbastanza soddisfatti sia per ciò che riguarda la casa che abitano, sia per il quartiere in cui vivono, In particolare sulla qualità sociale c'è un giudizio negativo in più della metà degli intervistati.

QUARTIERE DA MIGLIORARE: In conseguenza, circa la qualità percepita, quasi il 60% degli intervistati dichiarano che non cambierebbero né casa né quartiere, un altro 25% mostra un livello di soddisfazione minore, desiderando dei miglioramenti. Solo una quota pari a meno del 10% se potesse andrebbe via. Circa la qualità del vivere, rispetto alla quale si configura come vitale la qualità delle relazioni, è da sottolineare come aumentino le percentuali di risposte che indicano relazioni minori con le persone del quartiere, quanto più le domande sottendono ad un contenuto relazionale maggiore. Questo è un dato importante in quanto nel nostro Paese le relazioni sono un elemento importante, fondamentale per rapporti positivi. Laddove alla paura si sostituisce la fiducia, è possibile arricchire le relazioni di qualità. Relazioni, quindi non meno importanti dei luoghi che si abitano. (Indagine CGIL, SPI CGIL, SUNIA, ASPER)

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