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Tor Bella Monaca Tor Bella Monaca / Largo Ferruccio Mengaroni

"Abbandonati dalle istituzioni, così conviviamo con lo spaccio": viaggio nella torre di Pisolo e Bruno lo Zingaro

Siamo entrati nella torre numero 3 del civico 10 di largo Mengaroni, teatro di arresti all'alba di martedì. Ecco come si vive, faccia a faccia con lo spaccio

Signorina, anche qui gli ascensori non funzionano, se passa da noi potremo denunciare l’abbandono delle istituzioni”. A parlare è uno degli inquilini della torre numero 3 di largo Mengaroni che in questi giorni è diventata la Torre - con la T maiuscola - perché protagonista dell’operazione andata in scena all’alba di martedì quando lo Stato ha bussato nelle vite di chi vive qui da sempre, per decapitare un’organizzazione criminale dedita allo spaccio. Tante altre volte però gli inquilini hanno chiesto allo Stato di intervenire: al Comune di manutenere gli immobili, di mettere in sicurezza le parti ammalorate diventate poi pericolose ma a quelle chiamate non hanno mai ricevuto risposta, le istituzioni che dovevano ascoltare si sono voltate dall’altra parte. 

Ed ecco che una settimana fa un inquilino della torre aveva chiesto al nostro giornale di denunciare l’assenza di manutenzione nella palazzina. Una denuncia, una delle tante, che accomuna il destino già segnato di chi vive nelle case popolari a Tor Bella Monaca che ogni giorno fa i conti con disagi e preoccupazioni.

Il girone dantesco di Tor Bella Monaca

La fotografia di Tor Bella Monaca è come quella che si ha davanti agli occhi immaginando un girone girone dantesco, “buoni” e “cattivi” convivono e per usare le parole scritte dal gip Paola Di Nicola Travaglini, tra le vie del quartiere esiste un “degrado urbanistico, edilizio e sociale che si è prodotto in questo territorio” e che si attribuisce a edifici “in gran parte abusivamente occupati proprio da intere famiglie di pluripregiudicati, che presentano alti costi di manutenzione, cui ha corrisposto la scarsità di investimenti sui servizi pubblici e la presenza di residenti appartenenti agli strati più disagiati della popolazione, in condizioni di emarginazione sociale”, dove la “civile convivenza e lo stato di diritto sono pressoché inesistenti”. 
 

Nella torre vivono 75 famiglie

Il numero 3 campeggia sul muro al portone d’ingresso della torre grigia dalle rifiniture in vernice rossa alta 14 piani, collocata proprio di fronte al murale di Diamond e con vista su quattro lati, uno di questi la centralissima via Quaglia, strada commerciale del quartiere. E se in piazza, a largo Mengaroni, sfrecciano motorini e gruppi di ragazzi e adulti sono intenti a chiacchierare e commentare i fatti della mattina, dinanzi all’ingresso della torre, solo un paio di persone sedute sulla panchina. Tra loro un anziano che da sempre vive qui: “Ci abitano 75 famiglie, molti sono anziani e disabili” ci racconta, spiegando come non per tutti la vita quotidiana in questo palazzone, che negli anni è diventato (insieme agli altri) il simbolo di Tor Bella Monaca, sia una passeggiata. 

Un ascensore su due è fuori uso, con i fili tagliati

Entriamo nell’androne, verso gli ascensori a piano terra. Uno è fuori uso da circa un mese: “Succede spesso, guardi qui, ci sono dei fili tagliati” spiega una ragazza che avrà avuto all’incirca trent’anni e che si dirige verso l’uscita del palazzo senza però dimenticare di aggiungere: “L’altra settimana sono venuti i vigili del fuoco per accompagnare una signora che vive al 13esimo piano e che doveva andare in ospedale a fare la dialisi ma l’ascensore era guasto e la sua carrozzina non entrava nel piccolo, l’hanno portata giù dalle scale e si è sentita anche male, porella”.

"Se non fosse per tutto quello che succede qui, sarebbe un bel posto"

Prendiamo le scale per qualche piano e iniziamo a salire: ogni due rampe di scale c’è un ballatoio da cui si accede all’area dedicata agli appartamenti, cinque per piano. Oltre le ringhiere, poco più alte di un balcone la vista diventa sempre più affascinante perché a certe altezze la panoramica sul quartiere è incredibile, si vedono anche le torri di via dell’Archeologia in lontananza contornate dal verde. “Bello vero?” commenta una giovane donna che ci sorprende a guardare incantati il panorama: “Se non fosse per tutto quello che succede qui, sarebbe un bel posto ma queste scale sono un viavai di gente”. Lo spaccio, nella torre 3 del civico 10 di largo Mengaroni è noto, da sempre a tutti e chi vive qui ha imparato a farci i conti, nolenti o volenti: “E’ un dato di fatto non possiamo farci nulla, ma la paura c’è”. 

I cancelli ai piani, così gli inquilini si "proteggono"

E per capire quanto sono vere queste parole ci basta arrivare agli ultimi piani dove gli inquilini hanno costruito dei cancelli in ferro sul pianerottolo e solo chi vive in quegli appartamenti ha le chiavi per aprirli. “Lo fanno perché si sentono al sicuro, spesso sui pianerottoli troviamo di tutto, siringhe, bottiglie” ci racconta un uomo. Quello che stride rispetto a tutto il resto, ai piani alti, è anche il colore delle pareti. Proviamo a bussare affinché qualcuno apra ma nulla, sul pianerottolo ci sono cartoni e odore di vernice e le pareti sono bianche, splendenti.

Manutenzione fai da te all'interno della torre

Proviamo a chiedere quando siano stati fatti i lavori, che immaginiamo abbia svolto il Comune, proprietario degli immobili. “Signorina ma quale comune? Tutto quello che vede lo fanno gli inquilini, a loro spese, si autotassano e puliscono e da qualche giorno stanno anche imbiancando le pareti perché c’è sempre chi non si arrende a vivere nel degrado e nell’abbandono”. Qualche tempo fa dai cornicioni sul tetto sono volati dei pannelli di lamiera, la botola che dall’ultimo piano porta al tetto è arrugginita e rotta e quando piove il pianerottolo si allaga con la paura che l’acqua possa raggiungere i fili elettrici e far succedere qualche disgrazia. 

"Lo Stato ci ha abbandonati"

A Tor Bella Monaca il rumore degli elicotteri e il suono delle sirene hanno svegliato tutti e non solo alla torre di largo Mengaroni. “Abitiamo in questo quartiere da quando siamo nati, sappiamo bene come funziona la vita qui, sappiamo che lo Stato ci ha abbandonati perché un blitz non risolve nulla nel tempo, sì assicura alla giustizia i criminali e cosa resta dopo? Dove sono le alternative?” ha detto un gruppo di residenti. E nel frattempo sono loro, gli abitanti della torre (e del quartiere) a riempire i vuoti lasciati dagli altri, nel bene e nel male. 

I disagi nella torre 3 di largo Mengaroni

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