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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Perde il Pd, Scipioni resta in sella con una nuova maggioranza

La mozione di sfiducia targata Pd e sostenuta dal Movimento Cinque Stelle non passa. Marco Scipioni resta presidente del Municipio Roma VI delle Torri

Volano stracci al consiglio municipale delle Torri nel giorno della mozione di sfiducia al presidente Marco Scipioni. Ma non solo. Anche spintoni e urla. La giunta Scipioni regge quello che ormai da mesi è diventato un vero e proprio scontro con il Partito Democratico, che di fatto, esce sconfitto ancora una volta. Solo undici i consiglieri che hanno firmato la mozione di sfiducia al numero uno di viale Cambellotti che per tutta la durata del consiglio ha avuto un atteggiamento sicuro e forte. Non sono mancati i momenti di tensione, gli sfottò e le urla da stadio provenienti dalla platea, molto numerosa. Come l'irruzione dei militanti di Fratelli d'Italia che hanno aperto uno striscione con la scritta: "Dopo Tassone e Marino, ora tocca a Scipioni: a casa". Molti i sostenitori di Scipioni che hanno fermato i manifestanti e per sedare la lite sono intervenute le forze dell'ordine della polizia municipale. Scipioni, un 'nemico comune' di piddini e grillini che però non hanno mancato di attaccarsi anche durante l'assemblea. Così, Scipioni è salvo ancora una volta e la maggioranza cambia volto. A sostegno del presidente del parlementino VI, infatti, anche il centro destra. 

VOTAZIONI - Su 24 consiglieri presenti all'appello, 23 i votanti. Paparelli della Lista Marchini, come annunciato durante l'assemblea ha lasciato l'aula. Undici i voti favoreli e 12 i contrari, quindi. Angelucci, Gasparutto, Onorati, Compagnone, Grasso, Tranchina, Mammì, Lorenzotti, Amici, Sardone e Stirparo hanno dato votato il 'sì' alla sfiducia. Scipioni, Consolino, Criscuolo, Giammarini, Gidaro e Pelone, i consiglieri della Lista Marino, ovvero Argenti, Mattei e Sbardella, Reali del Psi e infine Breccia e Colagrossi di Ncd sono stati contrari. 

GLI INTERVENTI - "In questa amministrazione si è pensato troppo alle feste e poco al mancato rifacimento di piazze, strade e case popolari, il presidente ha perso l'occasione di ascoltare tutte le associazioni a lui non favorevoli e anche alcuni consiglieri. Il rapporto di questa amministrazione con i cittadini è ormai da tempo deteriorato" - ha dichirato Mariano Angelucci, capogruppo del Pd di Migliore e ex presidente della commissione lavori pubblici alle Torri, nonchè primo firmatario della mozione di sfiducia.  "Questo territorio esce devastato da questa esperienza, quello che ho visto mi segnerà per molta parte della mia vita", ha esordito così Fabio Tranchina, portavoce del Movimento Cinque Stelle alle Torri che, dopo aver ricordato le diverse mozioni di sfiducia contro il presidente Scipioni targate Cinque Stelle, ha portato l'attenzione sui problemi del Municipio, dall'ecodistretto di Rocca Cencia, alle scuole insufficienti, alle strade, ai roghi tossici e ai rifiuti, dichiarando infine: "L'obiettivo che ci guida è uno solo: il cittadino". E poi puntualizza: "Nove punti su dieci sono i nostri, è importante capire i giochi che ci sono qua dentro". A fare eco alle parole di Tranchina, Mammì: "Siamo qui per celebrare le esequie del Pd, un partito allo sbando che a tre mesi dalle elezioni a Roma si trova a sfiduciare il suo presidente, in realtà Scipioni è stato già sfiduciato questa estate dal suo commissario dem Matteo Orfini", ha dichiarato la pentastellata riferendosi poi al sequestro del Roma Capital Summer. "Questo governo sta demolendo il bene pubblico pezzetto dopo pezzetto, ci sta togliendo la vita. Andatevene tutti a casa", ha poi concluso. Immediata la dichiarazione di Paparelli, Lista Marchini: "Sin dall'inizio ho pensato che la mozione di sfiducia fosse uno strumento da asilo, non intendo avallare direttive e posizioni del Pd, non faccio campagna elettorale gratuita per loro, mi dispiace ma mi tiro fuori, non mi sento di mandare tutto a monte a tre mesi dalle elenzioni". Tra i favoreli alla mozione Amici: "Il centro sinistra non è stato in grado di governare questo territorio, è giusto che si vada a casa e che in questi mesi ci si prepari alle nuove elezioni, anzi, mi sarei aspettato le dimissioni dei cinque consiglieri pd che di fatto hanno creato delle difficoltà alla maggioranza rendendo non governabile questo territorio, dimostrato dal fatto che alcuni esponenti del centro destra supportano questa amministrazione", ha commentato il consigliere Emanuele Amici, gruppo misto aderente al gruppo di Salvini. Parole dure quelle dell'ex presidente Lorenzotti: "Questa mozione di sfiducia è un atto dovuto, al di là del Pd in questi due anni e mezzo di governo ci sono stati atteggiamenti come se il municipio fosse un condominio, non è possibile che nelle stanze ci vadano parenti e concubine, la politica ha un ruolo ed è quello di dare risposte". Un primo bilancio del lavoro del Municipio fatto negli anni di Governo lo stila l'assessore ai lavori pubblici Valter Mastrangeli che a partire dall'incremento dei fondi in arrivo alle Torri, da' le sue interpretazioni alla mozione di sfiducia: "Se il bilancio fosse stato firmato in queti giorni avremmo potuto partire con la manutenzione, adesso che ci siamo arrivati ce lo vogliono impedire per dire che non ci siamo riusciti - poi aggiunge - Orfini e Migliore ci hanno intimato di dimetterci altrimenti non saremmo stati ricandidati, avremmo dovuto quindi tradire il mandato degli elettori, forse non saremmo ricandidati ma ce ne andiamo a testa alta". Si allinea a Mastrangeli anche l'assessore alla casa Daniele di Bella che proprio in riferimento ai fondi sbloccati dichiara: "Se l'amministrazione dovesse cadere questi soldi saranno spesi a partire dal prossimo settembre". A difendere se stesso dalla mozione di sfiducia, il presidente Scipioni che, ha ripercorso il lavoro fatto in questi anni di governo sottolineando ancora una volta l'estraneità a Mafia Capitale. 

MARCO SCIPIONI - Al termine dei lavori, il presidente del Municipio IV ha commentato così la vittoria: "Siamo molto soddisfatti del risultato di oggi che deriva da un impegno costante, da un sostegno realizzato sulla base di fiducia e di lavoro quotidiano. Nel caso del Pd ora davvero vogliamo un chiarimento dai vertici del partito e da Renzi perche' qui la linea del diktat e' stata battuta. Ora deve prevalere la linea del dialogo. E a questo punto vogliamo risposte serie". Inoltre: "E' ora di dire basta ai giochetti, alle falsita' e al killeraggio politico. Noi abbiamo i numeri e siamo dalla parte della verita' e della giustizia nonche' dei cittadini che ci hanno votato e verso i quali siamo responsabili". Poi ha concluso: "Ora e' giunto il momento della chiarezza anche perche' siamo stanchi di tutti questi attacchi pretestuosi e siamo noi a partire al contrattacco, forti di aver vinto tutte le battaglie contro il commissario, siamo pronti a tutto".

Quasi cinque ore di consiglio in cui tra maggioranza e opposizione non è emerso nulla di nuovo rispetto a questi mesi di guerra intestina al pd e all'opposizione del Movimento Cinque Stelle. Scipioni ha resistito ancora nonostante dal mese di luglio il partito democratico chieda la sua testa. Proprio Orfini, infatti, durante la scorsa estate ha chiesto al numero uno di viale Cambellotti di dimettersi a causa di opacità amministrative, chiedendo poi ai suoi di sfiduciare Scipioni pena l'esclusione dal partito. Al diktat di Orfini alcuni hanno risposto altri no. Così il gruppo originario del Pd alle Torri si è spaccato, ad oggi esiste un pd riconosciuto da Orfini e Migliore e un altro pd, che ancora si riconosce tale, mai disconosciuto ufficialmente che invece sostiene Scipioni. 

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