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Tmb Rocca Cencia non a norma, la rabbia della periferia contro il municipio grillino: "Ziantoni dimettiti"

I cittadini non ci stanno sulla "riconversione" di Rocca Cencia: "Vogliamo sapere a che ora e in che giorno chiude"

Il parere di Arpa è negativo. L’agenzia regionale per la protezione ambientale nell’ultima relazione fornita sull'impianto per il trattamento meccanico e biologico di Rocca Cencia ha evidenziato alcuni aspetti che entrano in collisione con il corretto funzionamento dell’impianto per lo smaltimento dei rifiuti. "L’impianto è inadeguato, non rispetta normativamente una serie di criteri, come gli indici respirometrici per cui i valori vengono superati rispetto ai limiti di legge e non c’è una netta separazione tra le aree di stoccaggio e quelle che attengono ai rifiuti poi portati in impianti terzi, oltre che una continua apertura e chiusura dei portelloni che provoca ulteriori miasmi" ha spiegato l’assessora Katia Ziantoni, delegata all’ambiente della giunta Romanella con carte alla mano nella mattina di martedì (qui l'intervista). La linea politica su Rocca Cencia adesso è: riconversione rispetto alla “chiusura immediata” strillata più e più volte dai grillini. Il parlamentino di viale Cambellotti punta a un centro di riuso e di riciclo. 

Cosa ne pensano i cittadini? “Disinformatia staliniana rapportata ai nostri giorni” l’ha definita Andrea De Carolis, membro del QRE e ex assessore della giunta Romanella che nel novembre del 2016 ha rassegnato le sue dimissioni proprio a ridosso della notizia circolata su alcuni organi di stampa che Ama avrebbe aperto un nuovo tritovagliatore a Rocca Cencia. De Carolis è tra i più agguerriti sostenitori della riconversione del polo di Rocca Cencia nel parco nazionale dell’agro romano: “L’unica riconversione possibile è la chiusura degli impianti di trattamento dei rifiuti pubblici e privati, non c’è nessun’altra riconversione possibile - ha rimarcato De Carolis raggiunto da Roma Today - Le morti registrate in questo versante sono un numero altissimo come in nessun altro posto”. E dal QRE la richiesta di dimissioni di Katia Ziantoni e di Fabrizio Tassi, presidente della commissione ambiente del Municipio VI: "Si vada dal Procuratore e si chieda il sequestro dell’impianto, devono dimettersi e se le dimissioni non fossero volontarie, il presidente del Municipio revochi il mandato all’assessore". 

"Come nel gioco delle tre carte gli attuali governanti a 5 Stelle provano a spostare il tiro e a distrarre l'attenzione proponendo nuove fantomatiche ipotesi che però non spostano di una virgola la soluzione del problema" ha commentato Dario Nanni consigliere municipale, coordinatore di Roma e provinca di Italia in Comune. A questo ha aggiunto: "Le strade sono invase dai rifiuti, il servizio della differenziata è carente e discontinuo, nei quartieri ritornano i cassonetti e soprattutto l'impianto di Rocca Cencia, simbolo della loro roboante e infamante campagna elettorale, che sta lì a ricordargli più di qualsiasi valutazione soggettiva il loro inesorabile fallimento". Infine: "Tutti gli impegni presi tre anni fa dagli attuali amministratori del VI Municipio, del Comune, di Roma e dai leader nazionali del movimento 5S sono svaniti come neve al sole".

Toni duri anche quelli di Marco Manna, presidente del Comitato Periferie Roma Est: “Siamo stanchi dei giochi della politica che continua falsamente a far ricadere colpe altrove e cavalcare le sofferenze dei cittadini – ha specificato – le uniche cose che vogliamo ascoltare sono la data e il giorno in cui Rocca Cencia chiude”. 
 

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